Marzo ha portato con sé un nuovo record solare. Per il terzo mese consecutivo, la produzione ha superato ogni aspettativa. Secondo Eurelectric, oltre il 10% dell’elettricità europea è arrivata dal sole. Una soglia simbolica, certo, ma anche un segnale chiaro. È bastata una combinazione di giorni più luminosi e ben 65 GW di nuova capacità installata. A chi si deve il merito di questo risultato? Al clima, ma non solo. L’energia rinnovabile ha aumentato la loro quota del 15% rispetto a febbraio, spingendo i prezzi a 90 euro per megawattora. Un netto calo, se confrontato con i 126 euro di febbraio. Ma è davvero tutto oro quel che luccica? Il vento, stavolta, ha deluso. L’eolico ha prodotto meno del previsto, lasciando spazi che solo il nucleare è riuscito a colmare. Anche qui, però, non senza ombre.
Nucleare e gas: equilibrio precario per il prezzo medio dell’energia
Chi ha osservato i dati del primo trimestre 2025 ha notato una realtà meno esaltante. Anche con la positività del solare, il prezzo medio dell’energia resta superiore del 51% rispetto al secondo trimestre del 2024. Una differenza che pesa, specie in un contesto in cui il gas continua a condizionare l’intero sistema. La domanda, in crescita già da gennaio, ha riportato il gas al centro del dibattito. Il PUN e il PSV hanno segnalato aumenti significativi. E mentre i cittadini sperano in bollette più leggere, gli operatori temono l’instabilità. Kristian Ruby, segretario generale di Eurelectric, ha parlato senza mezzi termini: l’Europa è troppo vulnerabile. Una dipendenza dai combustibili fossili che si fa sentire ogni volta che la richiesta di energia sale. E allora, quale via resta percorribile?
Flessibilità o fragilità?
La risposta è nella flessibilità. Ma come renderla concreta, se i segnali di prezzo non bastano? Meccanismi di capacità e sistemi di supporto sono fondamentali, ma l’applicazione resta disomogenea. Ogni Paese adotta strategie diverse, complicando l’integrazione a livello europeo. Un approccio unico, coordinato e basato sul mercato, potrebbe cambiare il panorama dell’energia. La volontà politica sarà però sufficiente? Nel frattempo, si fa strada un fenomeno inquietante. I prezzi negativi dell’energia aumentano, soprattutto nei Paesi più avanzati sul fronte solare. A marzo, in Svezia e Polonia, si sono registrati decine di episodi sotto lo zero. Il futuro sarà un gioco d’equilibrio. Tra sole e gas, tra nucleare e incertezze, l’Europa cerca ancora la sua vera energia.