Starship entra ufficialmente nella squadra della NASA. Sì, proprio lei, la gigantesca navicella targata SpaceX che Elon Musk sogna di usare per portarci sulla Luna, su Marte e magari anche un giorno… chissà dove. La NASA ha deciso di includerla nel contratto NLS II, che è un po’ come dire: “Benvenuta tra i veicoli che possiamo considerare per le nostre prossime missioni scientifiche.”
Starship entra nella NASA
Ora, prima di saltare di gioia immaginandoci già seduti a bordo di Starship con vista sul cratere lunare, va detto che c’è ancora parecchia strada da fare. L’inclusione in questo contratto non significa che Starship sia già pronta a lanciare telescopi spaziali o sonde interplanetarie. Ma è un bel segnale di fiducia. Un “ok, ci crediamo anche noi” da parte della NASA.
Per ora, Starship ha completato qualche volo di prova, ma non ha ancora portato carichi in orbita in modo regolare. E la NASA, giustamente prudente, suddivide i razzi in base a quanto sono “rodati”: c’è la Categoria 1 (alto rischio, quindi solo missioni meno critiche), la Categoria 2 (medio rischio) e la Categoria 3, riservata ai veicoli super affidabili. Indovina dove si trova Starship per ora? Esatto, Categoria 1.
Ma non è una bocciatura: anche il New Glenn di Blue Origin è partito da lì dopo il suo primo lancio a febbraio. È solo il primo passo. Dopotutto, anche il Falcon 9 all’inizio era un “giovincello” e adesso è praticamente il taxi preferito della NASA.
Una nuova era per le missioni spaziali
Nel frattempo, SpaceX continua a lavorare su una versione speciale di Starship, quella che dovrà portare gli astronauti sulla Luna per le missioni Artemis 3 e 4. Sì, proprio quella: la Starship-lunar-lander, il modulo di atterraggio spaziale più ambizioso di sempre. E per prepararsi a tutto questo, SpaceX ha anche fatto richiesta alla FCC (l’ente americano che gestisce le comunicazioni radio) per usare le frequenze necessarie a parlare con Starship mentre è in orbita o sulla Luna.
Tra i dettagli più interessanti: l’idea di usare orbite particolari per fare rifornimento di carburante nello spazio, trasferendo propellente da una Starship all’altra per permettere viaggi più lunghi, tipo verso la Luna o ancora oltre. Si parla di manovre a migliaia di chilometri dalla Terra, con altitudini che fanno girare la testa solo a leggerle.
Insomma, per ora Starship è “appena entrata nel club”, ma il piano è chiaro: diventare uno dei veicoli di punta per l’esplorazione spaziale del prossimo decennio. Non è ancora pronta a prendere il volo per missioni delicate come Europa Clipper o il telescopio Roman, ma se tutto va bene, quel momento potrebbe non essere poi così lontano. E da qui in poi, ogni test sarà un passo verso quel futuro che, fino a qualche anno fa, sembrava solo fantascienza.