venerdì, Aprile 25, 2025

Batterie auto elettriche: la Cina sempre sul podio

CATL domina il mercato globale delle batterie, mentre l'Europa rincorre con ritardi pesanti. Investimenti UE basteranno a colmare il divario?

Batterie auto elettriche: la Cina sempre sul podio

Il 2025 si è aperto con un’accelerazione impressionante nella domanda di batterie per veicoli elettrici. 129,9 GWh nei primi due mesi dell’anno rappresentano una crescita del 40,3% rispetto al 2024. Il segnale è chiaro: l’elettrificazione globale procede spedita. Eppure, il cuore pulsante resta in Asia. Le aziende cinesi continuano a dettare legge, con CATL saldamente in testa. Nessuna reale minaccia al suo primato. Con una quota del 38,2% e quasi 50 GWh prodotti, il colosso cinese si conferma motore principale del settore. Che fine ha fatto la tanto attesa rivoluzione europea nelle batterie? Si è persa per strada?

Il Piano d’Azione dell’Unione Europea si proponeva di riscrivere le regole del gioco. Filiera locale, sovranità tecnologica, indipendenza strategica per essere totalmente autonoma nelle batterie delle auto in crescita. Tanti obiettivi, ma pochi risultati concreti. Mentre Bruxelles discute, CATL stringe alleanze globali, rifornendo anche marchi europei come Stellantis. Come si può parlare di autonomia industriale quando i numeri raccontano una dipendenza crescente? BYD, altro gigante cinese, mostra una crescita dell’81% nel solo primo bimestre, conquistando quasi il 17% del mercato delle batterie. L’Europa, al contrario, resta ai margini. Eppure, le risorse ci sarebbero. Cosa manca, allora, oltre ai capitali?

L’Europa rischia di essere mera spettatrice della produzione di batterie

Tra i primi dieci produttori mondiali, l’Europa conta solo presenze secondarie. LG Energy Solution, SK On, Samsung SDI: tutti asiatici. Anche Panasonic, storicamente forte, fatica a tenere il passo. Persino SVOLT e EVE, realtà meno note, crescono con tassi a tre cifre. La Cina controlla oltre il 60% del mercato. E intanto i “nuovi player” europei non riescono a emergere. Il sogno di una gigafactory europea delle batterie rischia di restare solo un annuncio. Quanti anni serviranno per colmare un divario così ampio? La vera domanda è se ci sia ancora tempo. Il mercato corre e la tecnologia si evolve. E la politica? L’industria europea guarda l’Est con un misto di ammirazione e timore. Perdere la partita delle batterie significa perdere anche quella dell’auto del futuro. L’Europa saprà reagire o resterà prigioniera delle sue stesse esitazioni?

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