Negli ultimi giorni di marzo, Apple ha fatto letteralmente decollare i suoi piani contro i nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump. E non è un modo di dire: cinque voli cargo carichi di iPhone e altri dispositivi sono partiti in 72 ore dalle fabbriche in India e Cina, direzione Stati Uniti. Un ponte aereo degno di una missione militare, organizzato con una velocità impressionante per battere sul tempo le nuove tariffe doganali previste per il 5 aprile.
Apple sfida i dazi con una corsa contro il tempo
Perché tutta questa fretta? Perché quei dazi potrebbero cambiare parecchio le carte in tavola, soprattutto per chi produce in Cina: parliamo di un aumento fino al 54%. Ma Apple ha una carta in più: l’India. Da lì le tariffe saranno “solo” del 26%, e questo la rende subito molto più appetibile come hub produttivo. Non a caso, l’azienda di Cupertino ha già iniziato da tempo a spostare parte della produzione lì – e ora vediamo perché.
Con questo blitz logistico, Apple si è garantita scorte sufficienti per coprire diversi mesi, almeno negli store americani. L’obiettivo? Continuare a vendere agli stessi prezzi di sempre, senza spaventare i clienti. E infatti, qualcosa si è già mosso: nei negozi statunitensi c’è stato un boom improvviso di gente pronta a comprare un nuovo iPhone “prima che i prezzi salgano”. Alcuni dipendenti raccontano di un clima quasi da Black Friday, ma fuori stagione.
Nel frattempo, Apple osserva e valuta: assorbirà i costi? Li girerà ai fornitori? O sarà costretta a ritoccare i prezzi verso l’alto? Per ora cerca di guadagnare tempo e mantenere la famosa soglia dei 999 dollari intatta, almeno fino alla prossima generazione.
Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: il mercato ha reagito male, e il titolo Apple ha perso più di 500 miliardi di dollari in Borsa in soli tre giorni. È il peggiore calo dagli anni della bolla dot-com.
Insomma, tra voli last minute, negozi pieni e investitori nervosi, Apple è nel mezzo di una vera e propria corsa contro il tempo. Ma se c’è un’azienda abituata a reinventarsi sotto pressione, è proprio lei. Ora resta da vedere se riuscirà a evitare la tempesta… o solo a rimandarla.