Nel primo trimestre del 2025, la produzione di Stellantis in Italia ha subito un colpo durissimo. Il gruppo ha visto un calo complessivo del 35,5%. Se nel 2024 erano stati prodotti 170.415 veicoli, quest’anno il numero è sceso a 109.900. Un dato che non si vedeva dal 1956. Le auto hanno visto una flessione ancora più marcata, -42,5%, mentre i veicoli commerciali hanno perso il 24,2%. La produzione di veicoli ha quindi registrato il crollo più significativo in anni, eppure Stellantis aveva rassicurato sul futuro, promettendo l’implementazione di nuovi modelli, ma il pessimismo continua a prevalere.
Gli stabilimenti italiani Stellantis, già in difficoltà, non sembrano riuscire a uscire dalla crisi. Mirafiori ha prodotto solo 9.860 unità, con una netta predominanza della 500 elettrica, che rappresenta quasi tutta la produzione. A Modena, la situazione della produzione Stellantis è ancora più drammatica, con una produzione che si è ridotta del 71,4%, con sole 30 unità prodotte. Cassino ha visto un calo storico, con un -45,5%, mai registrato prima. Nonostante la presenza dei modelli Alfa Romeo e Maserati, la produzione non basta a compensare la discesa verticale. La preoccupazione aumenta considerando che il lancio dei nuovi modelli, atteso per il 2026, potrebbe non essere sufficiente a invertire la rotta.
Un futuro incerto per il settore auto italiano: cosa succederà alla Stellantis nel nostro Paese?
Pomigliano e Melfi non sono immuni dai disagi. Entrambi gli stabilimenti hanno registrato cali drammatici come gli altri, con il 36,9% in meno a Pomigliano e il 64,6% a Melfi. La Jeep Compass e la Renegade, prodotti in questo sito, non riescono a risollevare il morale, nonostante i piani di lancio di nuove versioni elettriche e ibride. Qual è il futuro per questi siti produttivi del gruppo Stellantis? Riusciranno a far fronte alle sfide imposte dalla transizione verso l’elettrico e dalla crescente concorrenza globale? La strada è segnata da incertezze, tra dazi imposti dagli Stati Uniti e le difficoltà interne all’Unione Europea, ci sono così tante incognite che non sono riuscite a risollevare la produzione. Come reagirà l’industria italiana?