Toyota continua a credere nel piacere della guida. Lo dimostra con l’ultima evoluzione della sua piccola belva, la GR Yaris. Nata per stupire, cresce ancora. Perché fermarsi, quando la pista ha ancora tanto da insegnare? Dalla sua nascita, questa compatta sportiva ha affrontato sfide impossibili. I rally sono stati il suo campo di battaglia. Ogni salto, ogni sterrato, ogni curva affrontata con violenza controllata ha insegnato qualcosa. Da lì sono arrivati i miglioramenti. Ogni feedback, ogni vibrazione, ogni dettaglio ha parlato e Toyota ha ascoltato. Il risultato è un’auto ancora più affilata. Il telaio è stato irrigidito, i componenti fissati con più decisione. Il volante ora risponde come se fosse collegato direttamente al pensiero. L’esperienza del pilota Kazuya Oshima ha fatto il resto. La direzione è più precisa, più sincera, più emozionante.
Cambio evoluto, guida emozionante per la nuova Toyota GR
Nel 2024 era arrivato il cambio automatico a otto rapporti. Adesso, quel sistema è stato perfezionato ancora. Più rapido, più intelligente, più vicino alla perfezione. È nato per la pista, ma parla anche la lingua della strada. Chi lo proverà noterà subito il poggiapiedi più ampio. Un dettaglio? Solo finché non si affronta una curva con foga. Le sospensioni, ricalibrate, seguono la danza con più precisione. La stabilità in rettilineo sorprende e la Toyota promette comfort e prestazioni. Il motore non cambia. Perché cambiare qualcosa che funziona alla perfezione? Il tre cilindri turbo da 1,6 litri resta lì, ruggente, affamato di giri. I suoi 280 cavalli sono pura adrenalina. I 390 Nm di coppia spingono con furia controllata. Zero-cento in 5,2 secondi, 230 km/h di punta. Numeri? Sì, ma raccontano solo una parte della storia. Il resto è fatto di pelle d’oca e battiti accelerati. Il freno a mano verticale, ispirato ai rally, è disponibile anche per l’automatica. Un omaggio al passato, un’arma per il presente. Si può già ordinare, ma in Italia, si attende il prezzo. L’attuale Toyota GR parte da 52 mila euro. Sarà questa ancora la soglia dell’emozione?