Nel cuore del CERN, là dove i protoni si scontrano a velocità folli per svelare i segreti più profondi della materia, qualcosa di inaspettato ha fatto capolino. I fisici della collaborazione CMS hanno notato un segnale strano: un numero maggiore del previsto di coppie quark-antiquark top, proprio all’energia minima in cui queste particelle possono formarsi. Un piccolo eccesso, sì. Ma sufficiente per far scattare un campanello: e se fosse finalmente il toponio?
Il CERN avvista una strana anomalia
Non è il nome di un nuovo elemento della tavola periodica, ma un potenziale nuovo arrivato nel bizzarro zoo subatomico: un adrone formato da un quark top e dal suo antiquark. Un tipo di particella che finora nessuno era riuscito a osservare davvero, perché ha una vita così breve che sembrava impossibile da catturare.
Eppure, quei dati raccolti tra il 2016 e il 2018 al Large Hadron Collider raccontano una storia diversa. I fisici stavano cercando segni di nuove versioni del bosone di Higgs (sì, quello scoperto nel 2012 che dà massa a tutto), e si sono imbattuti in qualcosa di potenzialmente ancora più esotico.
Hanno usato un modello teorico semplificato del toponio come confronto, e — sorpresa — i numeri combaciano. Secondo i calcoli, produrre un toponio richiede circa 1000 miliardi di collisioni per generare 8,8 eventi, un valore chiamato tecnicamente “8.8 picobarn”. Il margine d’errore è basso, e si è raggiunta la famigerata soglia delle cinque sigma, quella che in fisica vale come passaporto per dire: “ok, questa cosa è reale”.
Ma prima di stappare lo champagne scientifico, i ricercatori vogliono andare cauti. L’anomalia potrebbe anche nascondere una nuova particella di Higgs, un’altra pista altrettanto affascinante. Per questo si punta ora a perfezionare i modelli teorici e a coinvolgere anche il team ATLAS per cercare conferme incrociate.
Se davvero si trattasse del toponio, saremmo davanti alla particella composta più piccola mai osservata. Invisibile a occhio nudo, ma enorme per la fisica fondamentale.