batteria smartphone Ci sono diversi smartphone, molto anche conosciuti in ambito mondiale, che hanno riscontrato dei problemi decisamente importanti alla batteria. Infatti, pare che alcune di queste esplodano improvvisamente. Sony nel 2006 richiamò quasi 10 milioni di batterie al litio per portatili, facendo sì che si aprisse un lungo capitolo pieno di dubbi sulla pericolosità delle celle di litio. Inoltre, anni dopo anche il settore aeronautico si trovo in difficoltà: diversi Boeing 787 Dreamliner rimasero a terra nel 2012 per dei controlli approfonditi dopo aver presentato alcune problematiche alle batterie di bordo.

L’esplosione delle batterie prende il nome di “Thermal Runaway“, che in italiano non può essere tradotto, ma che fa riferimento ad una reazione a catena che porta prima alla combustione e, successivamente, in assenza di uno sfogo, allo scoppio. Esempio calzante di ciò che stiamo dicendo è senza ombra di dubbio il Galaxy Note 7, poiché in questo smartphone la batteria non si può sostituire.

 

 

Batteria smartphone: ecco cosa succede

Una batteria agli ioni di litio, come quasi ogni batteria di questo tipo, agisce grazie ad un processo chimico che si basa su due elementi fondamentali, l’anodo e il catodo. Quando la batteria è in carica, gli ioni di litio partono dall’anodo per tornare al catodo.

Tuttavia, per l’agevolazione del passaggio degli ioni nello smartphone, questi elementi vengono dissolti in una sostanza che prende il nome di elettrolita. La suddetta non può essere acquosa e soprattutto deve dare aiuto agli ioni che devono sciogliersi al suo interno. Di fatto, alcune batterie fatte da Samsung, c’è la possibilità che catodo e anodo si incontrino, causando così un cortocircuito. Proprio in questo caso l’elettrolita si infiamma e la temperatura si alza in maniera repentina.

Successivamente, con il passare del tempo, l’anodo si degrada e da origine ai dendriti, ossia piccole ramificazioni che possono arrivare anche a bucare il separatore (dispositivo di sicurezza che separa i due elementi). Dunque, questo significa che un possibile rischio di cortocircuito può avvenire davvero in qualsiasi dispositivo.

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