L’Oms, con il suo aggiornamento epidemiologico settimanale, ha dichiarato ‘variante di interesse’ la cosiddetta Variante Lambda. Si tratta di una mutazione del virus Sars-Cov-2 individuata per la prima volta in Perù nel mese di agosto 2020 e diffusasi in diversi Paesi latino-americani. Allo stato attuale la sua diffusione sarebbe stata confermata all’interno di 29 diversi stati.
La variante Lambda è stata tenuta sotto osservazione per diversi mesi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è stata associata a tassi sostanziali di trasmissione comunitaria in diversi Paesi. In maniera più specifica è stato rilevato che tale mutazione cresce maggiormente nella circolazione con l’aumento dell’incidenza del Covid.
Lambda in America Latina e Delta in Europa
Secondo i dati dell’Oms, la variante è stata riscontrata in 29 Paesi e circola in larga parte in America Latina: 31% di prevalenza complessiva in Cile, Perù (9%), Ecuador (8%) e Argentina (3%). Per quel che riguarda il Perù, le autorità del paese hanno fatto sapere (sempre da quanto dichiarato dall’Oms) che l’81% dei casi di coronavirus intercettati dallo scorso aprile sul suolo nazionale è associato al ceppo Lambda.
In Europa invece la situazione è diversa, e si sta affrontando la variante Delta, di origine indiana e circolante in larga parte nel Regno Unito. Tuttavia la sua diffusione è stata confermata anche in altri paesi della Comunità Europea, tra i quali anche l’Italia.
Le preoccupazioni più grandi riguardavano la possibilità che questa varianti potessero superare in qualche modo le difese legate alle vaccinazioni, notizia che però è stata smentita da uno studio dell’Università di Edimburgo e del Public Health Scotland pubblicato sulla rivista scientifica Lancet, il quale dimostra che due dosi del vaccino Pfizer o di quello AstraZeneca riescono a ridurre il rischio di infezione e di ricovero a causa della variante Delta: due settimane dopo la seconda dose il vaccino Pfizer offriva una protezione del 79% (e del 92% contro la variante Alfa di origine inglese). Per quanto riguarda invece le due dosi del vaccino AstraZeneca si riferisce di una protezione del 60% contro la variante Delta (e del 73% per la variante Alfa). Ottime notizie dunque, che fanno ben sperare nella campagna vaccinale grazie all’efficacia dei vaccini.