Nel corso di “Cibus 2016“, il Salone Internazionale dell’Alimentazione, Barilla ha presentato una stampante 3D in grado di “stampare” la pasta. Lo strumento, sviluppato in collaborazione con l’azienda olandese Tno, utilizza semola di grano duro e acqua – che sono contenuti all’interno delle apposite cartucce – per realizzare l’impasto.
Rinnovarsi. E’ questa la parola d’ordine scelta da Barilla. Infatti, nei prossimi mesi, grazie all’utilizzo della tecnologia 3D, l’azienda italiana introdurrà quattro nuovi formati di pasta – rose, lune, cubi e vortici – che, attualmente, non risultano reperibili in commercio. Si tratta di un’idea originale che, si spera, possa far gola a molti degli affezionatissimi clienti.
Secondo i primi commenti pervenuti dall’evento dedicato alle ultime tendenze alimentari, questo prototipo di stampante 3D potrebbe avere un forte impatto nell’auto-produzione familiare trasformando il concetto della tradizionale “pasta fatta in casa“. Tuttavia, la macchina potrebbe influire, positivamente, anche sugli schemi della ristorazione professionale. Nel caso di uso domestico, il dispositivo risulterà versatile e compatto; mentre in ambito industriale sarà più grande e potente per rispondere, tempestivamente, alle richieste di mercato.
Al momento, il congegno è in grado di produrre quattro pezzi di pasta per volta nell’arco di due minuti. Ovviamente, l’ambizioso obiettivo di Barilla e Tno sarebbe quello di riuscire a generare, nel medesimo lasso di tempo, una quantità di pasta pari a una porzione media presente in un piatto. Dotata di cartucce davvero speciali, composte da semola di grano duro e da acqua, la stampante 3D intende offrire ai suoi clienti una personalizzazione dell’esperienza di gusto e, al contempo, un prodotto di ottima qualità e veloce nella cottura.
Appare chiaro come Barilla abbia deciso di giocare sul fatto che i formati da lei proposti non siano, per adesso, disponibili tra gli scaffali del supermercato. Infatti, la stessa concorrenza non dispone degli strumenti necessari per realizzare queste forme miniaturizzate.
Eppure, dopo l’inaspettata esibizione al Cibus 2016, altri importanti marchi potrebbero prendere spunto per dare un tocco di originalità ai propri prodotti. Stampante 3D o meno, gli italiani amano mangiare la pasta. E su questo non ci sono dubbi.