Già Steve Jobs pensava ad un tipo di auricolari simili a quelle di cui è dotato iPhone 7. Lo afferma il vice presidente del settore marketing, Phil Schiller, spiegando come il fondatore di Apple, già nel 2010, pensava a come avrebbero potuto essere “quelli che sembrano essere i migliori cavalli di battaglia per il futuro” (come le definì, ma lo vedremo più avanti).
Sapevamo tutti che sarebbe successo. E’ stata una delle voci più insistenti che si sono rincorse su iPhone 7. Ma quando Phil Schiller, vice presidente del settore marketing di Apple, lo scorso mercoledì, in occasione del keynote, ha confermato che il nuovo melafonino effettivamente non sarebbe stato provvisto del vano di inserimento del jack delle cuffie tradizionali, il pubblico e gli applemaniaci si aspettavano una spiegazione. E la risposta di Schiller non è stata la più chiara, precisando che la decisione si fonda sul coraggio di Apple.
Chi, al contrario, ha dato una spiegazione più dettagliata è stato il compianto Steve Jobs, il fondatore della società stessa. Ma sei anni prima e in un’intervista alla conferenza AllThingsD. In quella occasione, a Jobs fu chiesto della decisione di non includere il supporto flash su iPad. E la sua risposta si applica molto bene alla decisione attuale di rimuovere la porta per le cuffie su iPhone. “A volte, quando realizziamo cose simili ai dischetti come nel caso del primo iMac, le persone ci hanno detto che siamo pazzi“, dichiarò in una intervista nel 2010. “Ma a volte si deve scegliere quelli che sembrano essere i migliori cavalli di battaglia per il futuro“. E continuò: “Stiamo cercando di fare grandi prodotti per le persone e abbiamo il coraggio delle nostre convinzioni nel dire che ‘questo non fa parte di quello che rende grande un prodotto’ e ad alcune persone potrebbe non piacere (…); ma noi resistiamo alla polemica e, invece, concentriamo la nostra energia su queste tecnologie che riteniamo essere in aumento e giuste per i consumatori“.
E, riguardo la reazione che possono generare questi tipi di modifiche e un persistente dubbio riguardo l’accoglienza che avrebbe potuto avere su iPhone – e che constateremo con la generazione 7 – disse che “la gente ci paga per prendere queste decisioni, per rendere i prodotti migliori. E se ci riusciamo, li compreranno. Altrimenti, non lo faranno e tutto si risolverà ugualmente“.