#Facebookdown è l’hashtag che è balzato subito nei trend topics di Twitter intorno alle 18,30 del 24 settembre quando Facebook non era accessibile da molti account, in misura maggiore in Nord Europa e sulla costa est degli Stati Uniti.
In Italia l’effetto del down di Facebook è stato avvertito in misura minore rispetto agli altri Paesi del mondo tra i quali spiccano gli USA, l’India e il Nord Europa. Ad andare giù sono stati anche i server di Instagram, sempre proprietà di Facebook. Al momento le cause alla base di questo guasto tecnico a livello planetario non sono ancora note.
Sembra anche che i problemi di accesso siano legati solo alla versione web del social network, infatti tramite l’app di Facebook e tramite Messenger era tutto nella norma. Nella norma anche il social concorrente dove i tweet sarcastici sul down di Facebook non sono mancati, anzi hanno abbondato.
Gente nel panico, catastrofi naturali e addirittura il dover interagire con gli altri in prima persona. Questo il tono di una quantità enorme di cinguettii, probabilmente proprio di coloro che hanno sentito maggiormente la mancanza, anche se per poco tempo, del più amato e utilizzato social network al mondo.
Bisognerebbe porsi domande molto serie su quanto siamo diventati dipendenti dal social in blu, ma non è questo il luogo. È, invece, luogo per scoprire una curiosità. Quanto perde, in termini di guadagni, Facebook per ogni ora di blackout?
Dato che la società ha generato introiti pubblicitari per 3.827.000.000 di dollari nel secondo trimestre del 2015, assumendo che non vi sia stato alcun tasso di crescita dei ricavi, Facebook perde poco più di 1,7 milioni di dollari dagli introiti pubblicitari per ogni ora in cui il sito web e l’app non funzionano. Una cifra enorme per noi comuni mortali, una goccia nel mare per il caro Mark che, comunque, non sarà contento di quanto accaduto.