Facebook ha deciso di testare un nuovo strumento per individuare l’attivazione di falsi account presenti sulla piattaforma. L’obiettivo è quello di rintracciare, combattere e prevenire alcune forme di molestie online. Sebbene la segnalazione avvenga in modo meccanico, l’identificazione di un “profilo clone” è stata affidata ad un team di tecnici.
Se da una parte, internet ha contribuito allo sviluppo di una nuova rete comunicativa e conoscitiva, dall’altro il massiccio – quanto incontrollato – utilizzo del web ha portato alla nascita del cyberbullismo e di molte altre molestie virtuali. Pertanto, Facebook avrebbe deciso di attuare un programma di protezione rivolto, in particolare, alle donne iscritte alla piattaforma sociale. Da segnalare, ad ogni modo, che già nel 2014 Twitter aveva lanciato uno strumento mirante ad identificare degli account bot, utilizzati per diffondere qualsiasi tipo di infomazione, vale a dire dalle calunnie al malware.
Mark Zuckerberg ha voluto sottolineare l’impegno, da parte del social network, nella sperimentazione di un nuovo sistema di sicurezza. Purtroppo, come molto spesso accade, nome e foto personali vengono utilizzate, illegittimamente, all’interno di account che sono stati creati con l’intento di infastidire altri utenti. Per questo motivo Facebook ha pensato di introdurre uno strumento di avviso, una sorta di campanello di allarme, in grado di segnalare la presunta frode di dati agli utenti colpiti.
Secondo il sito web statunitense “Mashable“, le molestie risultano “un vero e proprio motivo di preoccupazione per molte donne. In alcune regioni del mondo, possono addirittura rappresentare delle ramificazioni culturali o sociali“, ovviamente distorte, in cui l’uomo si sente in diritto e in dovere di offendere, umiliare e denigrare la figura della donna. A denunciare questo fenomeno sarebbero stati i media, che hanno messo in luce come molti personaggi – appartenenti al mondo dello spettacolo – siano spesso vittime di insulti o di minacce (nei casi più gravi anche di morte) sulla rete.
I primi test della piattaforma sono stati avviati a partire dal novembre scorso. Attualmente, questa funzionalità risulta attiva su circa il 75% degli account: quando il sistema di sicurezza riconosce un account sospetto, avvisa – in automatico – l’iscritto a cui sono state strappate le credenziali. Tuttavia, rimane compito esclusivo dell’utente segnalare, in una fase successiva tramite un link di rimando, l’effettiva anomalia riscontrata dal sistema e valutare la possibilità di intraprendere azioni legali.
Mashable ha segnalato due caratteristiche supplementari di messa in sicurezza su Facebook che sono, tuttavia, ancora in fase sperimentale. Si tratta di una possibile funzionalità atta a segnalare foto intime come “materiale inappropriato”, pubblicato senza il consenso dell’utente; e una funzionalità detta “Photo Checkup Feature“, che consentirebbe di indicare il nome della persona ritratta nell’immagine.
Nel 2014 Facebook aveva comunicato che circa 137 milioni di account potessero essere potenziali fake. Oggi la piattaforma conta oltre 1,23 miliardi di iscritti. Viene da sé pensare che i falsi account siano nettamente aumentati nel corso degli ultimi due anni.
Basteranno davvero queste misure preventive a bloccare o, quanto meno, a limitare le molestie online? Potenziare i livelli di sicurezza potrebbe essere – comunque – un primo passo.