Glovo è una geniale piattaforma spagnola che consente agli utenti di ricevere un qualsivoglia bene trasportabile entro 60 minuti. Tale funzionalità non si limita alla pronta consegna legata agli acquisti, ma si estende anche alle commissioni e al trasporto di oggetti di cui potremmo aver bisogno nel corso della giornata. Un esempio concreto? Il carica batterie del telefono dimenticato a casa, oppure in ufficio.
Proprio nei giorni scorsi, Foodinho – società impegnata nel settore del food delivery – è stata acquistata da Glovo: una startup nata a Barcellona nel 2014 che, al termine del 2015, ha potuto vantare di un fatturato di circa 260 mila euro. Alla luce degli ottimi risultati raggiunti, forse inaspettati, l’azienda ha pensato di cominciare a mettere radici anche nel nostro Paese prima di partire alla volta della Francia. Al momento, il servizio risulta attivo nel Comune di Milano, ma ben presto coinvolgerà altre numerose città italiane.
Disponibile sia nella versione web che mobile, Glovo è in grado di trasportare qualsiasi prodotto in pochi minuti: dal cibo ai fiori, dall’acquisto di un capo di abbigliamento ad un eventuale medicinale, dal carica batterie del telefono alla restituzione di un libro. In che modo? L’applicazione connette tutti gli utenti ai “Glovers“, ossia ai corrieri incaricati di comprare o di trasportare un determinato oggetto.
La piattaforma permette di monitorare il proprio ordine, mostrando la posizione ricoperta dal “Glover” in tempo reale. Ovviamente, il servizio ha un costo variabile che, tuttavia, parte dai 4,90 Euro, cifra a cui va sommata la spesa relativa all’acquisto; invece, risulta gratis se l’ordine concerne l’acquisto di cibo proveniente dalle attività commerciali dei ristoratori partners. Quanto al pagamento, esso avverrà soltanto al momento della consegna, quindi in totale sicurezza dell’utente.
“L’Italia è un processo di espansione molto naturale per Glovo, perché qui ci sono molte somiglianze con il mercato spagnolo, in termini di operazioni, di città e di cultura. E poi è anche un Paese senza grandi leader di mercato. Per questo lo abbiamo individuato come primo obiettivo al di fuori della Spagna.” ha precisato Oscar Pierre, CEO della fortunata startup spagnola.