La “Corte Distrettuale Federale di San Francisco” ha stabilito che Google non ha violato il copyright delle API Java, appartenenti a Oracle, per sviluppare il sistema operativo Android. Grazie a questa sentenza, il colosso di Mountain View non dovrà più pagare il maxi risarcimento, pari a 9,3 miliardi di dollari, alla controparte. Si chiude così una vicenda giudiziaria iniziata nel 2010.
Nel mese di marzo, avevamo parlato di questa lunga ed estenuante battaglia tra Big G e Oracle. Al centro della contesa, come abbiamo in precedenza annunciato, vi era il noto linguaggio di programmazione Java e i cospicui profitti di Google, derivati dall’indebita appropriazione di 37 applicazioni della piattaforma di Redwood. Secondo l’accusa, tali API avrebbero contribuito al successo di Android: l’OS che alimenta oltre l’80% dei dispositivi prodotti in tutto il mondo.
Nel 2010 Mountain View aveva sostenuto a gran voce l’impossibilità di poter monopolizzare alcune porzioni di codice destinate a garantire il dialogo tra diversi programmi. Pertanto, Big G aveva scelto di invocare la dottrina del “fair use“, che prevede la riproduzione di opere coperte da copyright in determinate condizioni. Tuttavia, a quel tempo, la corte d’appello non si era mostrata molto convinta a riguardo e aveva dichiarato che avrebbe dovuto valutare a fondo la possibilità di proteggere le API tramite il diritto di autore, così come aveva suggerito la presunta parte lesa.
Nella giornata di ieri, giovedì 26 maggio 2016, i giudici hanno respinto le domande di Oracle mettendo fine a questa lunga diatriba legale. In aula si sono schierati, da un lato, Larry Ellison – CEO e co-fondatore di Oracle Corporation – e, dall’altro, Eric Schmidt – presidente del consiglio di amministrazione di Google dal 2011. Quest’ultimo, attualmente chairman di Alphabet Inc, sarebbe riuscito a convincere i giudici che le API Java siano state utilizzate al solo fine di realizzare lo sviluppo di un nuovo codice per la piattaforma Android.
“Gli sviluppatori di software si basano su programmi di programmazione open source per creare prodotti innovativi” ha dichiarato Schmidt a seguito del verdetto. Tuttavia, Dorian Daley dell’Oracle General Counsel avrebbe subito ribattuto: “Siamo fermamente convinti che Google abbia sviluppato Android copiando, illegalmente, la tecnologia Java per investire nel mercato dei dispositivi mobili“. Intanto, la società informatica ha dichiarato di essere pronta per il ricorso.
Probabilmente, nei prossimi mesi, sentiremo ancora parlare di questa storia.