La frammentazione può essere un grosso problema, soprattutto quando si si deve aspettare il gestore per aggiornare il proprio device mentre si aspettano impazientemente e giustamente le funzionalità che Android aggiorna e aggiunge oltre che le correzioni dei vari bug.
Dal Google I/O sono venute però fuori tante novità, anche non dichiarate ufficialmente, e tra queste si scopre che il team di sviluppo di Android è desiderosi di venire a capo di questo problema, che hanno discusso infatti della frammentazione e risposto alle domande del pubblico di sviluppatori.
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Durante l’intervista, il team di Android si è affrettato a riconoscere i problemi della frammentazione, ma ovviamente si tratta di un equilibrio difficile da mantenere tra il supporto software, un hardware sempre più vecchio e spingendo in avanti l’innovazione il problema aumenta.
Dave Burke, direttore di ingegneria per Android, ha dichiarato:
Possiamo fare molto di più. E c’è anche molto di più che può essere fatto a livello di hardware. Dovrà arrivare molta più innovazione.
Naturalmente, il perseguimento di sempre più funzionalità e innovazione è soprattutto ciò che ha causato il problema. Abbiamo già visto che una percentuale enorme di telefoni Android sono ancora in esecuzione 2.3 Gingerbread, e alcuni sono in esecuzione versioni ancora più antiche come Froyo. Le versioni più recenti, come Ice Cream Sandwich, richiedono più memoria di sistema, che ha lasciato i vecchi telefonini bloccati con sistemi operativi datati indipendentemente dalle intenzioni di fornire aggiornamenti o no, che è un problema che anche Firefox ha individuato e prevede di risolvere.
Stiamo cercando di rendere Android più efficiente in modo che anche gli smartphone entry-level possono utilizzare il software in modo più funzionale.
Per affrontare il problema più ampio, Google ha già alterato significativamente interfacce di programmazione Android in Android 4.0. La natura a strati del software è stato progettato per consentire progettisti hardware di aggiornare e perfezionare software più facilmente, cosa avrebbe dovuto accelerare il processo di aggiornamento. Ma come risultato, stiamo vedendo sempre più applicazioni che supportano solo Android 4.0 e superiori. Purtroppo, questo sembra essere un sacrificio inevitabile di alterare la piattaforma al fine di produrre risultati migliori in futuro.
Abbiamo poi introdotto ulterior aggiornamenti con Android 4,1-4,2, in cui vengono aggiunte nuove funzionalità, ma il sistema operativo fondamentale rimane la stesso. In questo modo, le caratteristiche restano le stesse senza dover completamente ri-funzionare il sistema operativo sottostante, e i produttori non avrebbero dovuto preoccuparsi di aggiornare il loro software.
L’effetto Nexus
Burke anche accennato ai problemi causati dalle versioni di Android “puro” poi da rielaborare dal produttore del dispositivo, cosa che giustamente rallentano il processo di aggiornamento. E ‘ovvio che ogni volta che una nuova versione di Android è rilasciato ci vuole poi del tempo,e dei dovuti test, per far si che gli sviluppatori di terze parti aggiornino il proprio software, e questo costa tempo e denaro, che alcuni sviluppatori di cellulari non sono disposti a mettere in tali aggiornamenti incrementali. Sostanzialmente vogliono vendere più terminali e non andare dietro al software, o almeno non troppo.