LinkedIn
LinkedIn accusata di spam

Il social network LinkedIn riceve una multa da 13 milioni di dollari per risolvere una class action, quest’ultima nata dall’iniziativa di molti utenti che accusavano la società di inviare le email per la funzione “Aggiungi connessioni” senza la loro autorizzazione.

LinkedIn, il noto social network dedicato al collegamento di contatti di tipo professionali, è stato vittima di una class action e la funzione incriminata è “aggiungi connessioni” ritenuta una delle caratteristiche più fastidiose del servizio web. Infatti, questa opzione, consente agli utenti di importare i propri contatti personali del social network seguita poi dalle famose email “vorrei aggiungerti alla mia rete professionale su LinkedIn“. Se un utente non ha risposto all’email, il social network continua a rimandarla per ben due volte.

Da questo viene indetta una class action che, oltre ad accusare LinkedIn di spam, sostiene la mancata approvazione da parte degli utenti all’invio di queste email, dalle quali, inoltre, non ricevono alcun vantaggio da parte del servizio web che utilizza il loro nome e l’immagine profilo per scopi di pubblicità o promozione di LinkedIn.

La società ha negato ogni responsabilità sostenendo che le sue azioni sono legittime e che detiene il permesso di inviare le email ai vari indirizzi di posta elettronica.

La Corte statunitense ha così emanato la sua sentenza che sostiene che LinkedIn ha il permesso da parte degli utenti di utilizzate nome, immagini profilo e email per la funzione “Aggiungi connessioni” ma non ha l’autorizzazione di inviare notifiche per ricordare agli user che sono presenti inviti non ancora accettati.

LinkedIn deve pagare una multa 13 milioni di dollari pari a 1500 dollari per ogni singolo utente che ha aderito alla class action. La società dopo la sentenza della Corte ha dichiarato:

In definitiva, abbiamo deciso di risolvere il caso in modo da poter riporre la nostra attenzione dove conta di più: trovare altri modi per migliorare le esperienze dei nostri utenti su LinkedIn. In tal modo, continueremo ad essere guidati dal nostro valore fondamentale – mettere i nostri membri al primo posto.”

VIAThe Guardian
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