Italia regno di malware: il nostro Paese conquista il secondo posto della classifica in Europa e il trentesimo a livello mondiale in tema di minacce informatiche. Secondo gli esperti di Check Point Software Technologies, il mese scorso le varianti di software dannosi attive a livello mondiale hanno toccato quota 2.300 facendo segnare un incremento del +15%.
Crescono, quindi, le famose minacce informatiche che colpiscono utenti privati e aziendali di computer e smartphone. In Italia, una delle più colpite in Europa, le minacce più significative riguardano due delle più grandi passioni degli italiani, ovvero gli smartphone e i social network.
Tra i software malevoli più incisivi ricordiamo Conficker, un malware scoperto nel 2008 che ha reso la vita impossibile agli utenti di Facebook e Skype, colpendo anche i fornitori di posta elettronica come Gmail e Yahoo Mail, su sistema operativo Windows. Secondo l’elenco dei malware stilato dagli esperti di Check Point Software Technologies, inoltre, a maggio Conficker è stato responsabile del 14% degli attacchi riconosciuti a livello globale. Per quanto riguarda, invece, i dispositivi mobile, una delle tante minacce si chiama Hummingbad e attacca gli smartphone Android. Sempre per chi ha smartphone e tablet, oltre a Hummingbad gli altri pericoli prendono il nome di Iop, sempre su Android, e Xcode Ghost che attacca, invece, iPhone e iPad.
Al secondo posto, poi, con il 9% degli attacchi riconosciuti a livello globale e la percentuale in crescita, troviamo Tinba, un trojan camuffato da innocuo programma che – spiegano gli esperti – attacca i possessori di conto corrente, con una particolare attrazione per i correntisti italiani e polacchi.
“Rileviamo costantemente un’impennata del numero di varianti di malware attive contro le reti aziendali, che è esemplificativo dell’impegno che gli hacker stanno dedicando a creare nuovi attacchi zero-day, oltre a dimostrare l’importanza della sfida che le aziende affrontano difendendo le loro reti dai cybercriminali”, ha affermato Nathan Shuchami, head of threat prevention di Check Point. “Le organizzazioni devono valutare l’applicazione di soluzioni advanced threat prevention per le proprie reti, per gli endpoint, e per i dispositivi mobili, al fine di bloccare i malware allo stadio pre-infettivo, e garantire una sicurezza effettiva contro le minacce più moderne”.