Il colosso americano dell’informatica Microsoft torna nelle aule di un tribunale. Questa volta non per questioni di monopolio, bensì per la non meno importante questione legata alla privacy degli utenti. Una sentenza rischia, infatti, di mettere a repentaglio quella di quanti usano Hotmail. Vediamo perchè.
Il contenzioso che riguarda Microsoft è di lunga durata e riguarda un singolo account di posta elettronica Hotmail, memorizzato su un server (sempre di proprietà dell’azienda) di base in Irlanda e di interesse per il Dipartimento di Giustizia (DoJ). Il quale ha cercato di costringere Microsoft a recuperare i messaggi di posta elettronica attraverso i propri impianti stranieri senza accordarsi con la locale polizia irlandese.
Questo perchè l’account di posta elettronica è utile per risalire a un caso delicato: il traffico di narcotici. Ma la decisione sulla validità del mandato del DoJ potrebbe comportare il fatto che tutti i governi del mondo possono costringere le aziende informatiche a consegnare corrispondenza privata virtuale alle forze dell’ordine. Bypassando il consenso del proprio paese di riferimento. Insomma, Microsoft potrebbe dare il via a un autentico ‘intrigo internazionale’.
Craig Newman, dello studio legale Patterson Belknap Webb & Tyler, che si occupa regolarmente di questioni di sicurezza informatica, ha affermato: “Se si prende questo caso e lo si capovolge, quando hai a che fare con un europeo o un ISP asiatico che ha un’affare negli Stati Uniti, e ci sono le email di cittadini americani su quel server, può un governo straniero inviare semplicemente un mandato di comparizione a loro e costringerli a consegnare le email dei giornalisti?”. Probabilmente no.
Jim Kinsella, un ex dirigente che ora dirige una società che fornisce account in Europa, ha detto che una sconfitta per Microsoft in questa causa sarebbe anche una sconfitta per i cittadini in paesi come la Germania e la Francia, che hanno votato per respingere le incursioni estere nei loro dati privati e hanno leggi molto più severe sulla protezione dei dati rispetto a quelle vigenti negli Stati Uniti. “I privati cittadini dei governi democratici dovrebbero essere in grado di influenzare quelle leggi“, ha aggiunto Kinsella. “Un cittadino europeo non ha alcuna influenza quando usa un account Google che passa attraverso gruppi di server situati negli Stati Uniti“.
L’anno scorso, colossi informatici come Apple e Amazon, legali per la privacy, esimi programmatori informatici e società di media, tra cui il Guardian, che hanno già presentato ricorsi legali, hanno appoggiato Microsoft, definendola “fondamentale per il futuro della tecnologia globale“.
Microsoft ha finora perso due volte in tribunale, ma in una di queste è ricorsa alla Corte d’Appello di New York. Brad Smith, uno dei legali di Microsoft, ha detto al Guardian che una vittoria del suo importante cliente negli Stati Uniti incoraggerà anche altri governi a seguire l’esempio. Una sconfitta incoraggerebbe i governi a intrufolarsi in altri territori e ciò non gli sembra ”un valido approccio per la stabilità internazionale e il rispetto reciproco nel 21° secolo.”
Sulla stessa lunghezza d’onda un anziano avvocato della Electronic Frontier Foundation, Lee Tien, che pure sottolinea quanto una sconfitta di Microsoft comporterebbe un caos informatico a discapito della privacy degli utenti.
Nonostante la forte opposizione da Apple nella persona di Tim Cook, e altri membri della comunità tech, il DoJ è stato irremovibile nella sua azione, in particolare contro i provider di posta elettronica, dare accesso facile a dati sensibili ai governi. Smith e altri hanno sostenuto che gli Stati Uniti possono utilizzare la legge esistente per ottenere i messaggi di posta elettronica, in particolare l’assistenza reciproca in applicazione del trattato MLAT, un dispositivo giuridico per garantire la cooperazione internazionale tra i dipartimenti di polizia. Il governo irlandese ha però fatto sapere di essere pronto a prendere in considerazione l’uso di questo trattato.
Questo caso che riguarda Microsoft potrebbe presto avere un effetto Tsunami in caso di sconfitta. Ad esempio il Congresso degli Stati Uniti potrebbe presto legiferare su tale materia rendendo i dati degli americani meno sicuri, così come l’Unione europea. E ciò ci riguarda più da vicino. Ma anche altri client di posta diventano a rischio, come Yahoo, in America molto popolare quanto Hotmail. Vedremo come andrà a finire.