La battaglia legale tra Oracle e Google continua senza sosta. La società californiana ha richiesto un risarcimento record – pari a 9,3 miliardi di dollari – al famoso motore di ricerca per aver sfruttato, illecitamente, delle API Java – sviluppate dalla Sun Microsystems – all’interno del sistema operativo Android.
Il prossimo 9 maggio 2016, le due parti in causa saranno chiamate a discuterne davanti alla “Corte Distrettuale Federale di San Francisco“. Al centro della contesa Java, il noto linguaggio di programmazione, e i profitti legati ad Android. I giudici dovranno valutare eventuali colpe o discolpe dei due colossi e, in particolare, appurare se davvero Big G abbia sottratto ben 37 applicazioni Java ad Oracle per programmare l’interfaccia del proprio sistema operativo. In quell’occasione, in aula verranno ascoltati Larry Ellison – CEO e co-fondatore di Oracle Corporation – ed Eric Schmidt – presidente del consiglio di amministratore di Google dal 2011.
La modica cifra di 9,3 miliardi di dollari è stata stabilita da James Malackowski, consulente della presunta parte lesa. Sostanzialmente, il rimborso altro non è che una “semplice” somma: i 475 milioni di dollari relativi ai danni diretti e gli 8,83 miliardi di dollari incassati da Google grazie alla vendita di sponsor e di applicazioni connessi al sistema operativo Android per dispositivi mobili. Dunque, un risarcimento davvero considerevole, calcolato sulla base dei presunti introiti compiuti da Big G attraverso la violazione del copyright e, soprattutto, sui mancati guadagni di Oracle.
Tuttavia, anche Google si è rivolto ad un perito esperto, il quale avrebbe fissato a 100 milioni di dollari il limite massimo dell’eventuale rimborso. Nel frattempo, per tenersi ben lontano da ulteriori dispute legali, il sito web più visitato al mondo avrebbe deciso di installare “Java Development Kit” di Oracle, open source e versione gratuita, sul nuovo Android N.