Solar Impulse 2 ha spiccato, ancora una volta, il volo. L’aereo, alimentato totalmente da energia solare, è decollato nella giornata di ieri dall’aeroporto hawaiano di Kalaeola per raggiungere la città di Mountain View, in California. Il viaggio, lungo 62 ore, è stato affidato ai due piloti Bertrand Piccard e André Borschberg.
Si tratta di un progetto ambizioso, che non lascia spazio a compromessi. E’ possibile un mondo alimentato da energie rinnovabili? La risposta potrebbe essere sì. Proprio qualche settimana fa, avevamo introdotto le caratteristiche di Archimede, la prima solar car 1.0 made in Italy. Oggi, invece, dedichiamo la nostra attenzione a un velivolo davvero particolare, che vanta l’installazione di oltre 17 mila celle fotovoltaiche sulle proprie ali.
Il 9 marzo 2015, Solar Impulse 2 partì da Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. L’aereo volò sopra i cieli del Mascate (Oman), dell’India, della Birmania, della Cina e, infine, del Giappone, raggiungendo le Hawaii il 3 luglio successivo, dopo aver effettuato una serie di soste. Tuttavia, durante quel viaggio, le sue batterie riportarono alcuni danni irreversibili, che costrinsero i piloti a interrompere la missione.
Gli ingegneri non si sono dati per vinti e, in questi giorni, ritentano la sfida per completare il giro del mondo. Progettato dal Politecnico di Losanna, l’aereo è stato realizzato in fibra di carbonio e risulta assai leggero (circa 2.300 Kg), benché presenti notevoli dimensioni: basti pensare all’ampia apertura alare di 72 metri, che lo rende più grande di un Boeing 747. Come già accennato, sulle sue ali sono state impiantate più di 17 mila celle fotovoltaiche in silicio, che offrono energia a 4 motori elettrici e caricano oltre 630 kg di batterie al litio.
In attesa dell’atterraggio e di sentire quali siano le impressioni dei due piloti, una cosa è certa: Solar Impulse 2 rimarrà – comunque – il primo velivolo solare della storia in grado di volare di giorno e di notte.