Toshiba metterà a disposizione del governo giapponese la sua tecnologia, fornendo i macchinari che contribuiranno alla decontaminazione di alcune aree radioattive e altamente nocive per l’uomo.
Era l’11 marzo 2011, il giorno in cui si verificò il terribile terremoto e maremoto a Tōhoku, nel Giappone settentrionale. Il disastro naturale, oltre a causare migliaia di vittime, ha seriamente compromesso due delle tante centrali nucleari, precisamente quelle situate nella prefettura di Fukushima.
Tutt’ora, e per altri anni a venire, alcune zone risultano talmente rischiose per via delle radiazioni, da essere inaccessibili per l’essere umano, il quale, anche con le migliori protezioni, riporterebbe gravi condizioni di salute. La soluzione che si è pensata è, dunque, quella di sfruttare alcuni robot affinché si occupino dello smantellamento e della decontaminazione di tali aree.
Nei giorni scorsi si sono riunite nella periferia di Tokyo alcune aziende giapponesi per presentare il loro prototipo di robot. Le varie proposte sono state presentate da Mitsubishi Heavy Industries (MHI), Hitachi-GE Nuclear Energy e Toshiba. Quest’ultima, proprio di recente, ha svelato il suo macchinario che si occuperà del recupero e smaltimento delle barre di combustibile.
Il robot in questione, mostrato anche attraverso un video (presente più avanti in fondo all’articolo), è dotato di due braccia meccaniche in grado di prelevare dalle vasche, piene del liquido di raffreddamento, le 566 barre e ridurne le dimensioni tagliandole in più parti.
L’unità di Toshiba, che verrà utilizzata nel reattore numero 3, sarà gestita a distanza di sicurezza mediante controlli remoti e con il supporto di un sistema di videocamere per coordinare correttamente le manovre.
L’entrata in azione dovrebbe avvenire entro l’inizio del prossimo anno, anche se ancora non è partita la fase di preparazione per la squadra di personale umano che si occuperà del suo comando.